LE LACRIME DI COSMI E L’ABBRACCIO DI ODDO

La partita è appena finita e tutto il Pescara, panchina compresa, si riversa in campo per festeggiare la promozione. C’è anche Oddo lì in mezzo, com’è naturale che sia. Ma è un attimo, il tempo di vedere Cosmi, il suo vecchio maestro dei tempi del Lecce, che dà le spalle al terreno di gioco forse perché la felicità altrui acuisce la sua tristezza.
Oddo si blocca, com’avesse davanti un muro, è questione di un attimo e torna indietro… Cosmi, intanto, si è gettato sulla panchina, la testa fra le mani e le spalle – le sue larghe spalle – che tremano. Oddo, gli si siede accanto e sembracosmi.oddo.2016.750x450 che Serse non aspetti altro perché gli cinge il collo con una mano e lo tira a sè: è una scena di (stra)ordinaria umanità, che riscatta il senso del calcio, riportandolo alla sua vera dimensione: quella di uno sport, che ha nella competizione, sana e leale, la sua unica ragione d’essere.
E’ il bellissimo epilogo di una serata meravigliosa, nella quale Trapani e Pescara si sono dati battaglia fino all’ultimo respiro, in una sequenza di emozioni forti, che confermano una verità, sacrosanta come un assioma: quando il calcio non oltrepassa i confini suoi propri, cioè quelli dello sport più bello e popolare del mondo, è un’impareggiabile forza aggregatrice, capace di unire vincitore e vinto in un solo abbraccio. Quello che, a fine partita, ha cercato Oddo per il suo vecchio maestro, come a dirgli grazie per l’esempio a suo tempo ricevuto. E non poteva farlo meglio, se non battendolo sul campo.
Per questo modo di scrivere di calcio che continuo a leggere imprese sportive. Grazie Benvenuto Caminiti

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