RESISTERE ALLA POVERTA’ E NON SOLO

Sono oltre 5 milioni gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà. Un record dal 2005. 

Per “poveri assoluti”, l’Istat intende coloro che non possono affrontare la spesa mensile sufficiente ad acquistare beni e servizi considerati essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile.

Questa è l’Italia, questi siamo noi.

Narcotizzati da politici che discutono  di pensioni e di tasse, di esodati e di aliquote. Un mondo politico che parla di immigrati, di diritti dei Rom diventati ormai stanziali, un mondo politico che parla di quanto gli italiani siano razzisti, che parla di cambiare la nostra storia per accettare la storia degli altri.

Il crocifisso nelle scuole è un problema, ma anche la carne nelle mensa dei bambini. La festa della mamma non c’è più e a Natale il presepe è bandito come le canzoni tradizionali  sostituite da favole inventate per far contenti tutti. 

In un italia cosi anche divorziare è diventato un lusso, il ceto medio, quello che negli anni ottanta comprava casa con le cambiali, è scivolato verso l’indigenza, i padri che dormono in macchina e vanno a mangiare alla Caritas sono sempre di più.

 Le mamme, che domani potrebbero diventare  le “nostre nonne” comprano il pane del giorno prima  a metà prezzo, le grandi catene di supermercati offrono la carne in scadenza “a saldo”. Anche le farmacie ormai fanno il 2×1 e saldi a fine mese

  In un Italia cosi diventa normale nascondere la laurea per trovare un lavoro da 600 euro.  Invece di controllare si toglie il reddito di cittadinanza e si proprone una card sociale di 380 euro. 1 euro al giorno per combattere la fame.  Una volta i politici parlavano di gavetta, di tirocinio contro una classe di giornalisti che cercava di  non far diventare tutto la normalità, e invece oggi sono proprio loro “i giornalisti” a dire che è normale lavorare per 4 euro l’ora. 

Dentro a questa Italia è tutto così.

 L’ascensore sociale  è  fermo, guasto, bloccato  dal malgoverno, un malgoverno che non ha colore o simboli.

In un paese così ridotto servono soluzioni, servono progetti, serve restituire dignità ai padri, agli anziani, ai giovani che non credono più in nulla o al limite sono convinti che la soluzione sia scappare dalla loro terra.  

Viviamo in un italia che  raccontare storie, storie di Italiani , di quelli onesti che non riescono a farcela, e di chi ha provato a salvare la dignità di queste persone mettendosi in una posizione scomoda.

Di chi si è messo dalla parte degli Italiani anche di quelli che non hanno la pelle chiara e i capelli castani, gli italiani civili sono quelli che vivono in un paese rispettando la storia di quel paese, vivendo con gli stessi diritti e doveri di chi in quel paese c’è nato.   Di chi sa che senza libertà materiale non c’è libertà politica ne potrà esserci democrazia.  Il resto sono scuse, o chiacchiere.

 

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